Il Moncalvo e la sua scuola
La società del Settecento chierese

I primi decenni del Seicento chierese sono dominati dal tardomanierismo del Moncalvo e della sua scuola (Orsola Caccia, Giovanni Crosio, Francesco Fea, Fratelli Cerutti-Fea).

A partire dagli anni Trenta, i dipinti che popolano le chiese chieresi documentano tutte le tendenze artistiche presenti a Torino e in Piemonte: il Classicismo romano e bolognese in Duomo (Jan Miel, Bartolomeo Caravoglia, Giovanni Francesco Sacchetti); la pittura lombarda in Duomo e nella chiesa di Santa Margherita (i Nuvolone, i Recchi); la scuola genovese in Duomo (Domenico Fiasella); il Barocco alla francese in Duomo (Charles Dauphin); il Barocco rubensiano e romano in Duomo e in San Filippo (Giovanni Andrea Casella, Giovanni Antonio Mari, Sebastiano Taricco); il Barocco napoletano (Mattia Preti?) nell’Ospizio di Carità; il caravaggismo nel Santuario dell’Annunziata (Giovanni Claret).

1. Artisti in Duomo

1.1. Cappella del Crocifisso

Visita la Cappella del Crocifisso, la grande cappella che si trova a sinistra del presbiterio del Duomo: potrai ammirare l’altare con il quadro della Crocifissione, quattro grandi teleri seicenteschi delle pareti con scene della Passione di Cristo e i dipinti del soffitto (scene dell’Antico Testamento).

Per una visita virtuale, clicca su. https://www.100torri.it/newsite/?page_id=21514

È il sito della Grande Pinacoteca di Cento Torri, un “grande museo virtuale in cui sono esposti e illustrati tutti i dipinti presenti a Chieri, nelle chiese, negli uffici pubblici e in ogni altro luogo accessibile”. Per ogni chiesa o sede diversa, troverai schede scritte da Antonio Mignozzetti.

Scrive A. MIGNOZZETTI in Artisti nel Duomo di Chieri (2007):

“In passato e per molto tempo questa pala è stata attribuita ad altri autori (peraltro tutti di grosso calibro). La critica di oggi, invece, è concorde nell’attribuirla a Charles Dauphin. La data di esecuzione dovrebbe essere il 1662 circa, come ritiene Michaela Macco. È uno dei capolavori del Dauphin, un’opera che coniuga drammaticità e bellezza. Cristo, al culmine della sofferenza, guarda al cielo nell’atto di invocare il Padre; Maria si accascia svenuta, sorretta dall’apostolo Giovanni; la Maddalena guarda incredula e in lacrime Gesù morente; il soldato sprona via il cavallo, lo sguardo fisso su quell’inquietante condannato. I personaggi sono investiti da violenti fasci di luce, su uno sfondo tragicamente fosco. Le figure sono finemente modellate, in contrasto con la drammaticità della scena”.

Scrivono MONETTI F. e CIFANI A. in Arte e artisti nel Piemonte del‘600, Torino, 1990:

“Il dipinto costituisce uno dei vertici di più ampio lirismo nella pittura piemontese del Seicento (…). Inquietante è la suggestione che promana dal notturno ventoso che la caratterizza; trame vorticose di ulivi sbattuti dal vento si levano contro la faccia pallida della luna: il Cristo vi appare abbandonato, con gli apostoli in penombra in una solitudine più morale che fisica; dal cielo scende un angelo consolatore luminoso e rapido (…). L’autore è uno dei più grandi artisti operanti in Piemonte nella seconda metà del Seicento… una delle figure chiave della pittura del periodo, di livello ed importanza sorprendenti … di levatura non solo piemontese, solitario nella sua grandezza rispetto al contesto artistico coevo”.

Per approfondimenti: sito della Grande Pinacoteca Cento Torri https://www.100torri.it/newsite/?page_id=21514

1.2. Cappella di Sant’Anna e Sant’Antonio da Padova

La Madonna, con a fianco Sant’Anna, presenta Gesù a Sant’Antonio da Padova. Sullo sfondo, le sante Agata, Barbara, Caterina d’Alessandria e Orsola.

Da A. MIGNOZZETTI, Artisti nel Duomo di Chieri (2007):

 “La composizione, con i personaggi disposti su due linee parallele e trasversali, è di chiara ispirazione barocca (…). I personaggi, improntati a nobile bellezza, sono, invece, di gusto classicista (…). Il gioco di luci ed ombre si rifà con evidenza al Caravaggio, come caravaggesca è la figura di s. Antonio, di spalle in primo piano, del quale viene sottolineato con linguaggio particolarmente realistico il rozzo sandalo francescano. La pala, sintesi delle principali tendenze pittoriche dominanti in quel periodo a Roma. È del fiammingo Jan Miel, un pittore passato attraverso le esperienze artistiche più diverse. L’arrivo dell’opera, nata nel variegato ambiente artistico romano, fece scalpore in una Chieri ancora legata al gusto tardo-manierista del Moncalvo, e anche in una Torino dominata dal barocco di gusto francese di Charles Dauphin”.

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1.3. Cappella della Madonna del Carmine

Scrive A. MIGNOZZETTI in Artisti nel Duomo di Chieri (2007):

“Il Duomo di Chieri, nella cappella della famiglia Balbiano di Colcavagno, conserva la bella pala commissionata e fatta arrivare a Chieri da Flaminio Balbiano (…). Giovanni Romano l’ha definita opera di provenienza genovese, optando per l’attribuzione a Giovanni Battista Carlone (…). Nel 2004 il quadro è stato esposto a Torino ad una mostra sui Maestri genovesi in Piemonte nel ‘600 e ‘700. In quella circostanza, che è stata l’occasione per un più approfondito studio della materia, Gelsomina Spione ha sostenuto che la pala si debba attribuire a Domenico Fiasella, che del Carlone era stato uno dei maestri”.

Per la provenienza genovese del quadro, visita il sito: https://www.100torri.it/newsite/?page_id=33030.

Quattro pannelli della predella d’altare raffigurano la morte di Santa Basilissa, il ritrovamento dei corpi dei due santi (foto sopra), il loro trasporto verso Chieri su un carro trainato da buoi e l’arrivo del carro davanti al Duomo.

Da A. MIGNOZZETTI, Il Duomo di Chieri (2012), p. 192:

 “Opera rimasta fino ad ora anonima, in occasione della mostra sulla scultura del Sei Settecento tenutasi ad Asti nei mesi di aprile e maggio del 2009, da Elena Ragusa è stata attribuita alla bottega degli artisti astigiani di origine fiamminga Michele e Bartolomeo Enaten”.

Alle pp. 177-194 trovi interessanti notizie sulla Cappella (già intitolata a Santa Basilissa “la vecchia”) e sulla sua splendida macchina d’altare in legno scolpito e dorato.

Puoi vedere i quattro pannelli dell’Enaten sul grande monitor touch screen della StArt Gallery, sezione Arte&Carte.

1.4. Cappella del Corpus Domini

Realizzata intorno alla metà del Seicento su commissione della Compagnia del Corpus Domini, fu dapprima (1660-1661) interamente affrescata e riccamente stuccata da maestranze luganesi. Pochi anni dopo, sulle pareti dipinte furono collocate 4 grandi tele: due di Sebastiano Taricco (a destra) e due di Antonio Mari (a sinistra).

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1.5. Cappella della Risurrezione

Scrive MIGNOZZETTI A., Il Duomo di Chieri (2012), p. 313:

“Nel 1632 monsignor Provana ‘vide che l’altare… intitolato alla Risurrezione di Nostro Signor Gesù Cristo, di Antonio e Francesco Bonaudi, era abbastanza fornito di tutto… con un’icona bellissima dalla cornice dorata’. La pala, opera attribuita all’allievo del Moncalvo Giovanni Crosio, con Cristo Risorto e i santi Francesco e Maria Maddalena, è un bel dipinto impreziosito da una splendida cornice”.

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1.6. Cappella della Beata Vergine del Suffragio

Per notizie sulla cappella clicca  https://www.100torri.it/newsite/?page_id=33028

La pala d’altare, raffigurante la Madonna col Bambino e le Anime del Purgatorio, è attribuita ai milanesi Carlo Francesco e Giuseppe Nuvolone.Vedi:

https://www.100torri.it/newsite/wp-content/uploads/2016/08/Nuvolone.-Madonna-del-Suffragio-1.jpg

2. Dipinti del Seicento in altre chiese

Per approfondire: Cottino (1999), scheda p. 130 e https://www.100torri.it/newsite/?page_id=24615

Vedi Cottino. (1999), p. 36 e https://www.100torri.it/newsite/?page_id=30068

Vedi Cottino (1999) p. 138 e https://www.100torri.it/newsite/?page_id=43029

Vedi Bertolotto (2018) e https://www.100torri.it/newsite/wp-content/uploads/2016/12/ANONIMO-Angeli-adoranti-XVII-sec.-due.jpg

Sui dipinti della volta della Cappella dell’Immacolata Concezione: Bertolotto, cit., p. 264 e foto sul sito della Grande Pinacoteca di 100TORRI.

3. I quadri dell’Ospizio di Carità e dell’Ospedale Maggiore, e i dipinti dei Palazzi Tana e Bruni

Per i quadri che si conservano nella Casa di Riposo Giovanni XXIII (Sala della Congregazione dell’Ospizio di Carità e cappella) si veda https://www.100torri.it/newsite/?page_id=49362 e gli articoli di TEDESCO V.,VASCHETTI L., in Il Giovanni XXIII a Chieri (2018).

L’Istituto ha dipinti del primo Seicento (vedi Il Moncalvo e sua scuola); un Ritrovamento di Mosè di Giovan Francesco Sacchetti (scheda 11, Cottino, 1999), tre quadri con Evangelisti di Carlo Lanfranchi (ibid., scheda 17 oltre ad una Santa Rosa da Lima (Cottino, sch. 16 e Mignozzetti in https://www.100torri.it/newsite/?page_id=51330 ).

Sul restauro del quadro si veda l’articolo di Anna Coppola e Michelangelo Varetto in Il Giovanni XXIII a Chieri tra assistenza e cultura, Chieri, 2018, a cura VASCHETTI L.

Per il “Ritratto di Giovanni Battista Balbo Bertone”, olio su tela di Charles Dauphin, e l’ “Adorazione dei Magi” 1605-1615, tela di grandi dimensioni di pittore tardomanierista, vedere le schede 12 e 9 in cottino a. (1999), pp. 122 e 115.

Sui dipinti dei palazzi Bruni e Tana si vedano in bibliografia i contributi di Cecilia Ghibaudi nel volume curato da Alberto Cottino nel 1999 (pp. 55-69) e di Claudio Bertolotto, Marina Locandieri, Michelangelo Varetto in BERTOLOTTO C. (2002).

4. Bibliografia sui pittori del secondo Seicento

  • BERTAGNA G., L’impresa decorativa della Collegiata: una maestranza “aperta” e composita, in E. BASSIGNANA (a cura di), Duomo di Chieri, 15 secoli di storia e di fede, Pinerolo, 1986, pp. 193-256
  • BERTOLOTTO C., Per lo splendore della famiglia: i cicli affrescati di palazzo Tana, in Il palazzo dei Tana a Chieri, Riva presso Chieri, 2002
  • BERTOLOTTO C., Il restauro degli apparati decorativi, in La chiesa del castello. Nuovi studi su San Giorgio di Chieri, a cura marchesin a., longhi m. , Riva presso Chieri, 2018 sull’apparato pittorico di due cappelle
  • BOSIO A., Memorie storico-religiose e di belle arti del Duomo e delle altre chiese di Chieri, Torino, 1878
  • BRIZIO A. M., L’opera dei Recchi in Piemonte, in “Arte Lombarda”, II, 1956, 2, pp. 122-131
  • COTTINO A., Aspetti della pittura del Seicento a Chieri. Scoperte e restauri, Beinasco 1999 con articoli di Alberto Cottino (pittura del ‘600 a Chieri), Cecilia Ghibaudi (Palazzo Bruni), Alberto Marchesin (schede), Guido Vanetti (storia e arte), Vincenzo Tedesco (architettura)
  • MALLÈ L., Le arti figurative in Piemonte dalle origini al periodo romantico, Torino, 1962
  • MARTINETTI S., La cappella del Corpus Domini nel Duomo di Chieri, 1650-1690, Tesi di laurea, rel. Giovanni Romano, Università degli Studi di Torino, Facoltà di Lettere e Filosofia, 2003-2004
  • MIGNOZZETTI A., Artisti nel Duomo di Chieri, Chieri, 2007: cap. III (Moncalvo e sua scuola); cap. IV (Secondo Seicento), pp. 43-95, con accurata bibliografia
  • MIGNOZZETTI A. Il Duomo di Chieri. Note storico-religiose, Chieri, 2012
  • MIGNOZZETTI A. Chieri. I monumenti, gli artisti, Chieri, 2016, indice degli autori a pag. 352
  • SPIONE G., Maestri genovesi in Piemonte, 2004
  • TEDESCO V., VASCHETTI L., I beni artistici del Giovanni XXIII, in Il Giovanni XXIII a Chieri tra assistenza e cultura, a cura VASCHETTI L., Chieri, 2018
  •  VALIMBERTI B., Spunti Storico-religiosi sopra la città di Chieri, vol. I, Il Duomo, Chieri, 1928
  • VANETTI G., La chiesa di San Giorgio di Chieri, San Mauro, 1991, capitoli III-IV con belle fotografie
  • VASCHETTI L.(a cura), Il Giovanni XXIII a Chieri tra assistenza e cultura, Chieri, 2018
  • ZUFFI S., voci Recchi Giovan Battista e Recchi, Giovan Paolo, in M. GREGORI – E. SCHLEIER (a cura di), La pittura in Italia, il Seicento, Tomo secondo, Milano, 1988, pp. 858-859

 

Il Moncalvo e la sua scuola
La società del Settecento chierese