Dal Rinascimento al Barocco
Pittori del XVII secolo

Guglielmo Caccia, detto il Moncalvo, fu il maggior pittore piemontese del Seicento, formatosi nell’ambito della scuola vercellese ma sensibile agli influssi dei grandi artisti del Cinquecento. Fra il 1600 e il 1610 risiedette una prima volta a Chieri, dove eseguì varie opere (alcune pale, due dipinti murali), mentre era impegnato a Torino nella decorazione della Grande Galleria di Carlo Emanuele I.

Fu nuovamente a Chieri attorno al 1615, incaricato da padre Giacinto Broglia, priore dei Domenicani, della decorazione della chiesa di San Domenico. Affrescò il catino dell’abside e le vele della volta del coro oltre a due grandi “teleri” per le pareti del coro e due pale per altrettante cappelle.

Eseguì anche pale per gli altari del Duomo, delle chiese di San Michele Arcangelo e di Santa Margherita e della cappella del monastero delle Clarisse.

Altre pale d’altare si devono alla figlia Orsola Maddalena e ai due principali discepoli, Francesco Fea e Giovanni Crosio.

1. La vita

Nato a Montabone presso Acqui nel 1568, esordisce diciassettenne in due chiese di Guarene. Allievo del pittore Ambrogio Oliva di Casale, a 21 anni ne sposa la figlia Laura da cui avrà tre maschi e sei femmine. Nel 1593 risiede a Moncalvo (da cui deriva il suo soprannome) per potere più facilmente recarsi a Crea per affrescare, per tre anni, le Cappelle del Sacro Monte. Nell’anno 1600 è abitante a Chieri dove tiene una bottega in cui lavorano Giovanni Crosio e Francesco Fea con cui una realizza svariate opere tra cui gli affreschi del presbiterio nella chiesa di San Domenico. Tra il 1605 e il 1608 decora, insieme a Federico Zuccari, la Grande Galleria di Carlo Emanuele I a Torino che gli procura grande fama in Piemonte e Lombardia. Nel 1625, anno della morte, fonda a Moncalvo un monastero di clausura dove ritira le sue figlie.

2. L’artista

“La sua attività chierese è stata ad ampio raggio, e con opere tutte di rilevante importanza, che denotano un vistoso successo della sua “maniera devota” superba interprete della controriforma, di matrice lombarda ma rinvigoritasi a Torino a contatto con lo Zuccari, e consona evidentemente al sentire religioso della società locale”.

Tratto da ALBERTO COTTINO in Aspetti della pittura del Seicento a Chieri (1999)

Scrive GUIDO VANETTI in I messaggi del Moncalvo (2018):

“L’opera d’arte è uno strumento di catechesi e il suo compito è quello di promuovere la Fede e trasmettere la dottrina cristiana con immagini facilmente percepibili sia da parte di un pubblico colto che, soprattutto, da parte della massa dei fedeli al tempo ancora analfabeti”.

ANTONIO MIGNOZZETTI in Artisti nel Duomo di Chieri (2007):

“Un’arte matura, caratterizzata da una ‘religiosità dolce e affabile, resa attraverso una maniera di studiata semplicità e grazia, inedita per il Piemonte’. Una nota di vivacità è affidata alle immancabili schiere di angioletti paffuti che svolazzano attorno ai personaggi principali”.

3. Guglielmo Caccia e Chieri

Da https://www.100torri.it/newsite/?page_id=63839

(…) “Probabilmente non esiste un’altra città piemontese che vanti tante opere del grande pittore manierista quante sono quelle sparse nelle chiese e perfino lungo le strade chieresi.

Sono una ventina quelle del Maestro o genericamente attribuite alla sua bottega; due quelle ritenute della figlia Orsola Maddalena Caccia; quattro quelle dell’allievo Giovanni Crosio; sei quelle dell’altro allievo, il chierese Francesco Fea e dei suoi nipoti, i fratelli Cerutti.

Ma c’è un altro motivo, ancora più importante, che rende privilegiato il rapporto di Chieri con il “Raffaello del Monferrato”: un documento del 1600, dell’“Archivio Generale di Sua Altezza” (un atto di pagamento), dice del Moncalvo che era “habitante in Chieri”. Chieri, cioè, non fu solo la destinataria di molte sue opere, ma in questa città egli si stabilì per alcuni anni, facendone la base dalla quale si dipanarono gli itinerari lavorativi che lo portarono a Torino e in vari centri del Torinese.

Al numero 14 di vicolo Mozzo dell’Annunziata c’è una casa, sulla cui facciata compare una Madonna col Bambino datata 1606, che viene tradizionalmente indicata come sua abitazione. Il Moncalvo tornò a Chieri anche in un secondo momento, attorno al 1615, chiamato dal padre domenicano Giacinto Broglia, che nel coro della chiesa di San Domenico gli affidò gli affreschi e le grandi tele della Resurrezione di Lazzaro e della Moltiplicazione dei pani, e nella cappella della Madonna del Rosario la pala e gli affreschi delle pareti e delle volte.

Probabilmente egli diede vita ad una vera e propria bottega chierese dove, fra gli altri, lavorarono i suoi due principali allievi, Giovanni Crosio e Francesco Fea i quali, quando il Maestro tornò a ritirarsi nel Monferrato, ne proseguirono l’attività e se ne contesero l’eredità artistica”.

4. Opere in città

Per una disamina attenta e un’originale chiave di lettura e di interpretazione delle opere a Chieri si vedano le schede in VANETTI G., I messaggi del Moncalvo (2018)

Per visitare il museo virtuale realizzato da 100TORRI per celebrare il 450° della nascita del grande artista clicca su  https://www.100torri.it/newsite/?page_id=63839

Un’anteprima della mostra itinerante che a Chieri ha reso visibili, in luoghi non sempre accessibili, le opere di Guglielmo Caccia e della sua bottega.

Filmato realizzato da Storiandoli News.

Ecco una prima galleria di opere.

4.1. Affreschi e dipinti nella chiesa di San Domenico

Per saperne di più

VANETTI G., I messaggi del Moncalvo (2018), pp. 47-63 (affreschi); pp.74-103 (schede sui quadri)

4.2. Opere nel territorio

Per la descrizione delle tele attribuite al Moncalvo o alla sua Scuola in Moncalieri, Poirino, Villanova d’Asti, Riva presso Chieri, Castelnuovo Don Bosco, Arignano, Marentino, si veda VANETTI G., I messaggi del Moncalvo, Chieri, 2018, p. 183 sgg. e p. 11

Un itinerario a più largo raggio è suggerito dal sito di Carreum Potentia http://www.carreumpotentia.it/guglielmo-caccia-detto-il-moncalvo/

“Si può cominciare con Asti, nella cui cattedrale gotica sono conservate una Resurrezione e Gesù confortato dagli angeli, della figlia Orsola Maddalena (visibili nella Sacrestia dei Canonici). Dal capoluogo provinciale, in direzione di Torino, può essere interessante visitare Villanova, con opere del Caccia conservate nelle parrocchiali di San Martino e San Pietro. Verso Sud, proiettandosi sulle langhe e il loro fascino, si suggerisce una sosta a Mombercelli per ammirare una delle tante Madonne del rosario cacciane. Una deviazione è possibile verso Costigliole: nella Confraternita di San Gerolamo è conservata una tela attribuita al Caccia. A Montabone, paese dalle origini lontanissime e dalla grande storia di successivi infeudamenti, nacque Guglielmo Caccia, in un edificio che la storiografia locale colloca in contrada Alla Valle, fuori dall’abitato, in direzione di Terzo d’Acqui. Nella parrocchiale si conservano il Martirio di San Vittore, un San Rocco e una tarda Madonna del Rosario, forse eseguita in collaborazione con la figlia Orsola”.

5. Gli allievi del Moncalvo

Scrive Alberto Cottino:

 “Credo che questa mostra [sulla pittura del Seicento a Chieri] possa contribuire a focalizzare la presenza di una vera e propria scuola moncalvesca a Chieri, la cui esistenza finora non era stata dimostrata: in città si conservano alcune opere di Orsola Maddalena Caccia, di cui la più significativa è la Strage degli Innocenti in San Giorgio, qui esposta, ma è possibile che il Caccia avesse aperto una attiva bottega, e che toccasse a Francesco Fea, durante le numerose assenze del maestro monferrino, portare avanti i rapporti con la committenza locale, assecondando scrupolosamente il gusto dell’uno e dell’altra per poi, a partire dalla fine del secondo decennio, quando il Moncalvo è ormai rientrato nella sua città adottiva, contenderne assieme al Crosio l’eredità artistica”  (Aspetti della pittura del Seicento a Chieri (1999), p. 30)

Traiamo un elenco di opere attribuite alla Scuola del Moncalvo da VANETTI G., I messaggi del Moncalvo (2019):

  • Guglielmo Caccia?, Vicolo Mozzo dell’Annunziata 14, Madonna con Bambino
  • Scuola del Moncalvo?, Chiesa di San Michele, San Michele Arcangelo
  • Scuola del Moncalvo, Duomo, Cappella della Resurrezione, Resurrezione di Cristo con i Santi Francesco d’Assisi e Maria Maddalena
  • Francesco Fea, Duomo, Cappella della Resurrezione, Assunta con i Santi Lorenzo e Martino
  • Francesco Fea, Duomo, Sacrestia, Gonfalone della Confraternita di Santa Croce
  • Francesco Fea, Casa di Riposo Giovanni XXIII, San Carlo in adorazione del Sacro Chiodo
  • Francesco Fea, Casa di Riposo Giovanni XXIII, Il Beato Amedeo IX di Savoia mentre fa l’elemosina ad un povero appestato
  • Francesco Fea?, Chiesa delle Orfanelle, Madonna col Bambino
  • Francesco Fea ?, Chiesa di S. Guglielmo, Adorazione dei Magi
  • Francesco Fea?, Cappella di Nostra Signora della Scala (conservato nella Casa parrocchiale di San Giorgio), Madonna della Muraglia
  • Orsola Caccia, Chiesa di San Giorgio, Strage degli Innocenti
  • Antonio Andrietto, Chiesa di San Giorgio, Immacolata Concezione
  • Giovanni Crosio, Chiesa di San Giorgio, Sacra Famiglia con i Santi Giovanni Battista, Giovanni Evangelista, Francesco e due Sante Martiri
  • Giovanni Crosio, Duomo, Cappella di San Giovanni Evangelista, La Trinità e San Giovanni Evangelista
  • Giovanni Crosio, Municipio, Sala della segreteria, Gloria dei Santi Giuliano e Basilissa, partic. della Porta del Moretto
  • Giovanni Crosio, Chiesa dell’Annunziata, San Grato
  • Antonio Cerutti Fea, Chiesa delle Orfanelle, Annunciazione

6. Altri contributi

6.1. Filmati

Sulla Mostra itinerante realizzata a Chieri nel 2018:

Un filmato presenta il “Museo Moncalvo” e l’Associazione moncalvese che racconta le opere dell’artista:

6.2. Giochi didattici

7. Bibliografia e sitografia

 

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